Eran giorni lasciati davanti tra la collina e l’osteria con la notte che bussa leggera per non turbare la nostra magia… Come un fuoco la neve dei pioppi tutto consuma e brucia via, siam rimasti davanti al bicchiere a conservare la nostra ironia… Nelle canzoni riecheggia l’immagine di chi non c’è di chi è andato per noia o per rabbia, di chi la strada l’ha persa da sé, Ma le notti proseguono intense, sino al tramonto si ballerà, sino al tramonto della vita, finché gioia e forza sarà… (I Nomadi, L’Eredità)
Raccontata con mano felice l’avventura nel mondo della musica di 5 giovani giaguari, Antonio Guttoriello coinvolge e implica in una narrazione dai ritmi di samba e serrata nelle danze di una memoria rutilante,tutto un contesto di un’epoca leggendaria dove non c’era posto per la noia, per lo snobismo, dove si faceva molto con poco, dove per "conquistare" una ragazza dovevi fare perfino il buffone, il mangiafuoco e il trapezista. Strumenti dal prezzo accessibile quattro carabattole di amplificatori e si faceva musica. La si faceva con il cuore, il fegato e i polmoni, per cui chi ci faceva caso ai filtraggi e alle preziosità elettroniche di oggi. Era musica e basta anzi mamma musica.
Non mancano in questo viaggio tra le note e i sogni momenti di piacevole umorismo catalizzati dall’impagabile Olindo: " Io non capisco una cosa, se è vero che all’andata dobbiamo fare tutto il percorso in salita, perché andiamo in alta Italia, al ritorno dovremmo risparmiare molta benzina perché è tutta discesa!" Se non era un angelo questo trombettista dall’acume in re#, ditemi voi.
C’è un vorticare vertiginoso di incontri, di andate e ritorni, di successi e momenti di smarrimento. Storie di anime, bassi, contrabassi, contrappunti e panini. Incontri con un Pino Daniele ancora semimbambolato nelle vesti di ragazzo di fatica, con una sfolgorante Miranda Martino, incarnazione di una Napoli tutta luce, sorrisi e sventole, un funambolico Franchino Di Gennaro più magico del Mago Silvan, più elettrizzante di Don Lurio, più simpatico di Macario. Un mondo rievocato dalla tastiera sorniona e bonaria di Tonino, pronto alla commozione, all’emozione, ai sorrisi , alle lacrime. Senza mai steccare. E noi con Lui,senza riserve in un intenso e dismagante filo diretto con le note dei sentimenti e dei palpiti.
Grazie Angeli (cinque) per il dono di una vitalità mai sopita, per la piena immersione in una dimensione emozionale ricca di complicità, fiducia , affetto sincero.
Giulio De Monaco
I Cinque Angeli – Una storia vera degli anni ’60 (in bianco e nero)
Editrice L’APERIA