Dopo l’onda opinionistica corradesca segue come riflusso quella biscottesca. Tre opere d’arte: foreste di parole, pensieri in libertà, pillole di buon senso. A voler essere concreti e telegrafici per noi Residenti occorre una Teano vivibile, agibile, fruibile. Ed ecco le dolenti note sintetiche: un minimo di rispetto per le strade e i suoi utenti, l’arredo urbano a pezzi gli spazi verdi boschi incolti non curati, il museo del risorgimento trascurato e chiuso. Va reso utile alias potenziato e aperto almeno 3 gg la settimana. Occorrerebbe un curatore che lo curi come un medico curante, mi permetto di suggerire 3 nomi: Antonio Mignone, Luigi DI Benedetto. Claudico GLiottone. Tutti sanno la passione e l’interesse per la civiltà sidicina dei 3 Ganimedi. Mi fermo qua per non intasare i trasparenti e infaticabili Dibenedettini. In questa vigilia della fastosa festa di S.Paride organizzata con fervore e furore da 4 gatti diretti dal Maresciallo De Galizio e Sig Cestrone , mi piace fare un passo indietro e ricordare le donne di Teano antica come contrappunto alle generiche ciarle e alle fastidiose precisazioni.
Balzano dalla profondità della storia anche dee, ninfe, sacerdotesse. Commovente la lastra della dolce Veneria fossilizzata negli spechi ombrosi della venerabile cripta di S. Paride, trasudante salnitro e una grande tristezza, pioggia di di lacrime del desolato coniuge Victor che fece incidere su pietra povera, per quattro soldi, parole di rimpianto per una moglie devota e che non si lamentava mai. Riemerge l’incantato ratto di Europa in un bel bassorilievo apposto troppo in alto, per essere considerato, nell’alta parete di un’aula che ripropone in chiave riqualificata il perimetro della longobarda cattedrale del Vescovo Mauro, benedettino di frontiera, servo dei servi di Dio, che pianse pie lacrime innalzando la sua cattedrale, trionfo di colonne e marmi. Dalle pieghe d’ombra del tempio di Cerere sembra ancora uscire, di notte, madre del mistero e della discrezione, Staia Pietas, sua principale sacerdotessa, seguita dalle giovani consorelle, la luce della luna tratteggiante i loro passi di nuvola, mentre impallidiscono Cassiopea, Arturo e Vega gli astri propizi alla buona sorte. Trebia Eleuteria, Socidia Memmia, Herennia Paphia, Ursidia, Veneria, Fufidia ,Valeria Secundilla, Flavia Coelia e Nonia Prisca inclite sacerdotesse di Juno Populona, Helvia Galla, immortalata in un’epigrafe riportata da Mommsen e rinvenuta presso la monumentale chiesa di S. Francesco, Aelia Crispilla che scioglie un voto a Giunone Pronuba che le aveva propiziato le nozze, Geminia Felicita, Geminia Marciana, Aemilia umile cristiana della cripta di S. Paride, l’ignota domina dai tratti eleganti e nobili eternata col coniuge in una splendida stele del raccolto cortile di Palazzo Mazzoccolo, tutte Teanesi, vengono così ad acquistare una loro consistenza, una loro carnalità, a configurare una identità incisiva e qualificante.
Indimenticabili personaggi femminili di Teano, "del Paese dei Sidicini, le cui donne amavano ornarsi di oreficerie preziose in vita e in morte", i cui "ritratti rituali", illustrati da Luigi Spina e "raccontati" nell’omonimo volume dall’insostituibile Sirano, ingentiliscono e caratterizzano il nostro superbo Museo Archeologico. E ne sono prova sostanziale gli ori di fine esecuzione, provenienti dalla necropoli urbana della Gradavola, custoditi ora in quello scrigno stupendo che è il locale Museo.
E tra tutto questo turbinio di donne giganteggia magicamente, Teano, incantevole come velo di sposa, "velo nuziale che nasconde e incornicia una terra da cui trarre orgoglio perché mirabile sentinella della Porta Alta della Campania Felice" (Mons. Aiello)
Buon S. Paride,
Giulio De Monaco