La Repubblica Italiana non e’ l’Italia degli italiani all’estero.
Da lungo tempo gli italiani d’Australia, nelle loro molteplici espressioni comunitarie, celebrano le loro comuni origini nazionali in concomitanza con la festa della Repubblica Italiana.
Si tratta sicuramente di una data importante per l’Italia contemporanea ma scarsamente significative in termini di identità storica e culturale.
I sessantasei anni trascorsi da quando gli Italiani , tramite referendum sancirono la nascita della repubblica, che e’ solo una piccola parte della multisecolare storia dell’Italia e del suo immenso lascito culturale e artistico.
Gli italiani d’Australia non si riconoscono soltanto nell’Italia repubblicana, anzi per noi l’Italia e’ quella che,nel corso dei secoli, si e’ distinta nel mondo per la straordinaria creatività della sua gente.
E’ questa l’Italia che celebriamo con orgoglio e che da lustro alle nostre origini, non l’Italia della repubblica sebbene anch’essa ci stia a cuore, come abbiamo sempre concretamente dimostrato in occasione di sciagure e disastri naturali.
Avremmo avuto ampie giustificazioni per non mobilitarci, ma l’affetto per la nostra madre terra è stato più forte del giusto risentimento che molti italiani sentivano e continuano a sentire l’indifferenza se non addirittura l’alterigia, con cui I governi della repubblica hanno guardato alla condizione di quanti, acquisendo la cittadinanza straniera hanno perso quella Italiana e non hanno potuto riottenerla.
Oggi le cose sono un po’ cambiate perchè acquisendo la cittadinanza straniera non si perde quella Italiana.
Ultimamente il Ministero degli Esteri ha invitato ad esprimere in poche parole sul tema: “l’Italia del futuro e dei territori”. Interpretando i sentimenti di tanti connazionali la risposta e stata: “Per avere un futuro l’Italia si deve ricollegare al passato. L’Italia del presente e’ un Italia confusa e disorientata perché consegnataci da un passato il cui presente cominciò ad essere percepito come preludio del future che in realtà non esiste. Il presente infatti non diventa futuro, ma si fa’ passato in ogni istante. Il futuro ha solo senso per programmare azioni pratiche da fare o pe esprimere auspici o speranze.
Parlare dell’Italia del futuro equivale pertanto auspicare o sperare, lasciando la programmazione di azioni pratiche alla politica, sebbene quest’ultima si dimostra scarsamente affidabile di tale funzione.
E’ cos’altro si può auspicare o sperare se non che l’Italia riscopra le sue radici e torni ad essere la terra di Dante, Petrarca, Michelangelo, Leonardo , Raffaello , Galilei, Puccini , che le hanno conquistato l’ammirazione nel mondo.
L’Italia dei territori ovvero l’Italia fuori dall’Italia, e quella che non ha mai cessato di collegarsi al passato e ne ha ricavato la forza per vincere le sfide che ha dovuto affrontare
Certamente gli emigranti non avevano letto Dante, Petrarca, non avevano mai visto capolavori di Michelangelo o Raffaello,mai entrati in un teatro d’opera, eppure erano coscienti di provenire da una terra povera,ma ricca come nessun’altra, di tesori letterari, artistici e musicali. Un patrimonio a molti di loro sconosciuto e che I loro figli hanno poi scoperto sui banchi di scuola,e nelle aule universitarie.
Non c’è una Italia del futuro ma c’è sicuramente un’Italia dei territori,
Mancini Nicola