
Caterina De Caprio, è professore associato di letteratura Italiana presso l’Università L’Orientale di Napoli, dove ha svolto brillantemente il suo ruolo di docente, avvicinando centinaia di studenti al magico mondo della lettura.
Cosa hanno in comune il malinconico Leopardi e l’eclettico Campanile? Marcovaldo di Calvino e Candido Munafò di Sciascia?
L’ironia.
Come dice la scrittrice <<Nell’incapacità di dare per scontata la realtà mi piace ora proporre lo studio di autori molto diversi tra loro, ma significativi per la loro disponibilità spingersi verso l’astrattezza dei ragionamenti logici, ed a configurare comunque vivide descrizioni di mondi possibili. Anzi, in tale prospettiva credo che emerga una linea, sia pur discontinua, che nelle nostre lettere annoda autori irregolari o bizzarri come Collodi a classici come Parini e Leopardi, con tanto anticipo, attrezzati a sfidare il conformismo letterario e sociale dei tempi>>. (ibidem, pag. 13)
E si passa così all’analisi, leggera e brillante, di ben tre secoli di letteratura nostrana, tra Femmine Puntigliose di Goldoni, Il giorno di Parini, Proposta di premi fatta dall’Accademia dei sillografi di Leopardi, Gli amici di casa di Collodi, Se la luna mi porta fortuna di Campanile, Il romanzo delle mie delusioni di Tofano.
Consigliato a chi vuole approfondire la conoscenza della letteratura italiana, fatta ormai solo di classici e di opere famose. Un libro per riscoprire tante opere ingiustamente definite “minori” in cui l’ironia fa da leit motiv.
Maria Flora Grossi (Libròvago)