A manifestazione conclusa, dopo cinque giorni di eventi, convegni e cerimonie dedicate allo Storico Incontro, giungono puntuali le varie critiche, osservazioni, accuse e lamentele che, si sa, fanno parte del gioco.
Tuttavia, se i giudizi ed i rilievi ci sono e sono poco gradevoli, chi si occupa di informazione ha il dovere di dar voce a chi chiede di rendere pubbliche anche annotazioni dolenti, così come deve rendere merito a ciò che è degno di elogio.
Raccogliamo quindi di seguito, con piacere, quanto è stato segnalato in positivo, da cittadini teanesi e non. C’è stato, infatti, chi ha partecipato alle varie fasi della manifestazione e le ha vissute per ciò che sono state nella sostanza, al netto di ogni condizionamento politico e con spirito di tolleranza, considerando che la piccola Teano non è certo abituata ad eventi di così grossa portata né attrezzata per ricevere tanti ospiti.
E’ stato certamente bello, prima di tutto, vivere questi giorni circondati dal tricolore, in un centro storico affascinante e che, come tale, tutti gli ospiti hanno apprezzato malgrado le attuali condizioni certamente non perfette.
Motivo di orgoglio è stato invece accogliere ed ascoltare autorevolissimi personaggi del mondo della cultura e che non stiamo qui ad elencare, che hanno scelto proprio questa città, in nome dell’Unità d’Italia, per sottoscrivere un patto che costituisce una grande promessa per il futuro di tutta
La singolare cerimonia per la sottoscrizione del Patto di Teano, con la piena condivisione da nord a sud dell’ormai noto decalogo, è stata concepita come una sorta di riconferma del significato di unità e di conciliazione dello Storico Incontro, all’insegna di giusti propositi di rinnovamento che l’attualità impone.
Il tutto è stato suggellato dagli interventi di numerosi sindaci d’Italia e solennemente celebrato sulle note dell’inno di Mameli durante il quale, vedere il Sindaco di Teano con la mano al petto e poterne distinguere la voce nel coro, è stato certamente un particolare che ha accentuato l’enfasi del momento.
Poi, nel finale della stessa cerimonia, è stata notata la presenza del nostro Vescovo Aiello che è stato quindi invitato, fuori programma, ad intervenire ed a sottoscrivere il patto. Allora si è avuto un ulteriore momento memorabile: la sua voce, capace di attrarre con gran vigore l’attenzione di tutti soltanto con uno straordinario garbo, con la leggerezza e la limpidezza delle sue parole, ha letteralmente dipinto una brevissima sintesi dei contenuti più profondi dello Storico Incontro; infine ha incantato la folla citando, non santi, non apostoli né profeti, bensì un cantautore: Francesco De Gregori e quindi “la storia siamo noi, nessuno si senta escluso…nessuno si senta offeso”.
Ultima nota, certamente di positivo rilievo, è stato vedere, sempre la mattina del 26, un’immensa folla di teanesi resistere ore sotto una pioggia torrenziale, per assistere alla cerimonia dell’Incontro e vivere l’emozione che può suscitare la stretta di mano tra Anita Garibaldi ed il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, come fatto che nella realtà si ripete dopo centocinquant’anni tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele attraverso i propri e rispettivi diretti discendenti.
Tutto questo, pur non escludendo la sussistenza di aspetti negativi rilevati da altri, è certamente un insieme di aspetti positivi che è quindi salvo da ogni critica ed è giusto che venga riconosciuto, come deve essere riconosciuto il fatto che è più difficile la posizione di chi agisce ed organizza, rispetto a chi osserva e giudica l’operato altrui.
In finale, questo centocinquantenario è stato celebrato e si è concluso un altro capitolo della nostra storia. Tutto il paese è stato coinvolto e, più o meno, ognuno ha avuto modo di scegliere il proprio ruolo: di partecipare, di contribuire, di astenersi o di giudicare soltanto. Quindi, proprio come recitava la canzone di De Gregori opportunamente citata dal Vescovo, è giusto dire che anche questa storia l’abbiamo fatta noi, siamo noi e nessuno deve sentirsi escluso né offeso. Possiamo solo farne tesoro come esperienza, ognuno per la propria parte, per fare di meglio in futuro e non ripetere gli stessi errori.
Gerardo Zarone