Pubblichiamo integralmente la lettera inviataci dal consigliere comunale avvocato Bruno Ruggiero per rettificare le conclusioni riportate nell’articolo di Figueras in merito ad una sua autocandidatura a Presidente del Consiglio Comunale, in sostituzione di Carlo Giorgio, dimessosi per assumere, probabilmente, l’incarico di assessore nel prossimo rimpasto autunnale, già programmato ad inizio legislatura.
Egregio signor Direttore,
ho letto su Il Messaggio un riferimento all’auspicio che io possa accettare la carica di Presidente del Consiglio comunale dopo le dimissioni del dr. Giorgio.
La prego di voler pubblicare la mia posizione al riguardo, chiarimento che si rende necessario soprattutto dopo che nella seduta consiliare del 30 luglio scorso mi sono astenuto sulla proposta di rinvio dell’argomento proposta dal capogruppo della Maggioranza cui appartengo.
Il mio voto di astensione era giustificato dal mio interesse ad affrontare una volta per tutte la questione della scelta della persona su cui convogliare i voti per la nomina a Presidente senza alcun mascherato e diverso altro interesse.
Nel contesto dell’esposizione della relativa motivazione a tale scelta, memore della mia esperienza di Presidente del Consiglio comunale, ho ritenuto opportuno tracciare il profilo di natura eminentemente istituzionale di cui il Presidente deve essere dotato.
Ho espresso la mia opinione che indipendentemente dalla sua appartenenza alla maggioranza o alla minoranza e al di là del gruppo consiliare che lo esprime, il Presidente deve mantenere una sua ferrea autonomia: non deve partecipare alle riunioni del gruppo che lo esprime e deve assumere un’equidistanza propria della funzione di garanzia che è chiamato a svolgere. Inoltre allo stato non esistendo di fatto un ufficio di Presidenza, in senso proprio materiale, ho chiarito, facendo riferimento sempre alla mia passata esperienza in tale ruolo, che il Presidente del Consiglio comunale di Teano non ha una stanza, una scrivania, un telefono, un impiegato cui far riferimento, supporti necessari per potere studiare gli argomenti che gli vengono chiesti di portare in Consiglio. Ho anche fatto cenno al modo con il quale andrebbero richieste le convocazioni anche da parte della Maggioranza: con atto scritto da depositarsi presso la Segreteria, con l’assoluta inibizione di contatti preparatorii di modo che il Presidente ne possa studiare l’ammissibilità con autonomia di giudizio alla luce dei regolamenti, dello statuto e della legge in generale.
Ho anche espresso la mia opinione secondo cui nell’aula consiliare il Presidente deve assumere la sua posizione nella parte superiore dei banchi centrali assistito dal Segretario comunale mentre Sindaco e assessori devono trovare collocazione in quelli sottostanti.
Ciò in quanto nell’aula consiliare, come in tutti gli ambiti di riunioni delle assemblee istituzionali, la figura centrale non è il Capo dell’esecutivo ma il Presidente che ha il compito di garantire lo svolgimento dei lavori senza essere condizionato neppure materialmente dalla presenza accanto a lui di componenti di una parte, seppur maggioritaria, del consesso.
Insomma un Presidente del Consiglio comunale e non un Presidente della Maggioranza consiliare.
Qualcuno, da queste promesse, ha tratto argomenti interpretativi secondo cui mi sarei proposto ad assumere tale carica.
Tale interpretazione non è assolutamente fondata.
Se avessi nutrito tale idea l’avrei espressa sin dall’inizio di questa tornata amministrativa allorquando, pur non facendone espressa menzione, il mio gruppo e lo stesso dr. Giorgio non avrebbero esitato a favorirla.
Peraltro a confermare questa precisazione, valga quanto pronunciai sin dalla prima seduta del Consiglio comunale e ancora prima nella prima seduta del gruppo consiliare di maggioranza: che avrei svolto il ruolo di anima critica sulle decisioni del mio gruppo di maggioranza valutandole alla luce non già della rassicurazioni delle persone che istituzionalmente ricoprono le cariche nell’esecutivo o in Consiglio ma sulla scorta dei princìpi che già allora ho eletto a miei fondamentali “assistenti-consiglieri”: legalità, trasparenza, equilibrio e buona amministrazione prefigurandomeli di volta in volta quali parametri delle mie posizioni in Consiglio.
In definitiva, come ho già avuto modo di dirlo in precedenza proprio su Il Messaggio, ho voglia di parlare, di dire, di proporre, di dissentire se detti miei principi me lo imporrebbero, di esprimere, insomma, il mio pensiero nel rispetto dell’appartenenza alla maggioranza.
Concludo confermando alcun mio interesse a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio comunale e di aver accennato alla ideale figura del nominando Presidente solo per contribuire alla sua scelta.
La ringrazio.
Bruno Ruggiero.
Egregio Avvocato,
Prendiamo atto della rettifica, ma ci consenta di non essere rimasti per niente convinti circa il suo assoluto disinteresse a ricoprire di nuovo la carica di Presidente del Consiglio. Siamo invece convinti che in fondo la cosa non le sarebbe dispiaciuta affatto ma che ha, probabilmente, sbagliato strategia. Si sarebbe aspettato, forse, che dopo il suo intervento, qualcuno della maggioranza, di quelli che contano, avessero almeno verificato le sue intenzioni ed invece, sempre nel campo delle supposizioni, presumiamo che nessuno si sia fatto vivo.
E come poteva essere diversamente? Lei, nell’intervento del 30 luglio, disse che la figura centrale del Consiglio deve essere il Presidente e non il Sindaco e che questi anzi deve sedere giù, insieme alla Giunta, dando quindi ragione al consigliere di minoranza Carmine Corbisiero che ad ogni consiglio comunale invita il Sindaco a “scendere da lassù”. Lei affermò, e lo ha ribadito nella sua lettera, che il Presidente deve operare senza condizionamenti di sorta da parte della maggioranza, che questa non avrebbe dovuto pretendere di concordare con il Presidente l’ordine del giorno del consiglio.
Lei ha praticamente dettato i consigli utili alla maggioranza, per non eleggere il consigliere Bruno Ruggiero, nuovo Presidente del Consiglio.
E’ anche questa una nostra libera interpretazione che abbiamo però condiviso con il collega Figueras, unitamente al quale, le invio i più cordiali saluti.
Antonio Guttoriello