L’idea che uno scrittore italiano sia stato chiamato dalla prestigiosissima Università di Harvard per tenere le Charles Eliot Norton Poetry Lectures ci fa venire i brividi e ci riempie di orgoglio. Ma se poi vediamo che l’italiano in questione è Italo Calvino, la cosa non ci stupisce.
L’opera uscì però postuma, nel 1988 e su di essa Calvino non ha lasciato né scritti né interviste poichè fu colto da ictus nel 1985.
Il titolo originale era “Six memos for the next millenium”, impossibile sapere cosa sarebbe diventato in italiano, quindi la figlia, Esther Calvino per l’edizione italiana ha deciso di “riprendere “ la prima domanda che Pietro Citati gli rivolgeva ogni volta che andava a trovarlo: <<Come vanno le lezioni americane?>> e di lezioni americane si parlava.
Siamo nel 1985, mancano 15 anni al nuovo millennio, così Calvino decide di dedicare queste conferenze ad alcuni valori che lui reputa fondamentali per la letteratura, auspicandosi che vengano mantenuti anche negli anni a venire.
Leggerezza: la capacità di liberare la letteratura dalle cose pesanti.
Rapidità: ritmo, buona concatenazione degli elementi, senza futili ripetizioni.
Esattezza: precisione, trovare le giuste parole per esprimere sensazioni, concetti ed immagini nitide.
Visibilità: il richiamo all’alta fantasia, allo sviluppo delle immagini.
Molteplicità: il romanzo contemporaneo come enciclopedia, ovvero, che raccoglie molteplici informazioni.
L’ultima, Consistency, non fu portata a termine.
Il libro è una serie di esempi, di personaggi e di opere che dimostrano l’immane cultura di Calvino e la sua capacità di “farci capire”, dato il suo modo di scrivere scevro da accademismi .
Ottimo per guardare alla nostra letteratura con occhi diversi e per avvicinarsi ad un genio letterario.
Maria Flora Grossi (Associazione Libròvago)