Quando ad Albert Einstein, in piena Germania nazista, nell’accedere ad un congresso scientifico, fu chiesta dall’addetto alla accettazione, oltre ai dati anagrafici, la razza, questi rispose seccamente: ”umana!”. Credo sia la risposta più appropriata che darebbero ad una simile domanda i calciatori che durante il Campionato Europeo in corso si inginocchiano all’inizio di ogni partita internazionale, attuando il “Taking the knee”, un gesto universale contro le discriminazioni razziali. L’origine di esso si deve a Colin Kaepernick, giocatore di football americano, che ha iniziato a farlo nel 2016 per protestare contro le ingiustizie subite dalla minoranza afroamericana negli Stati Uniti, ed è tornato in auge soltanto lo scorso anno, dopo la morte di George Floyd, avvenuta a Minneapolis, in Minnesota, per mano di un agente di polizia. Gesto puro e condivisibile, non politico, ma umano, che non inquina, ma nobilita il mondo dello sport proprio nella sua essenza di universale coinvolgimento e lo invita a schierarsi contro una delle tante e non ultime nequizie del pensiero dell’uomo: il razzismo. Questo perfido malanno non è nato ieri, e neanche ieri l’altro, ma data da millenni, ed è stato espresso da tanti popoli ed in tante forme. Di queste ultime, eccetto quella più massiccia ed eclatante, la persecuzione razziale nazista, molti non conoscono neppure la esistenza; perché malignamente occultata dalla Storia, a seconda del suo dipanarsi e del suo manifestarsi. Pochi, ad esempio, in uno stato cattolico come il nostro, conoscono quali erano le condizioni di vita degli Ebrei, nel cattolico Stato della Chiesa ai tempi di Sua Santità Pio IX, qualche decennio fa elevato al grado di “Beato” da Giovanni Paolo II. Nella città di Roma, come in altre città di tutta Europa, esisteva per loro il “ghetto” , una sorta di città nella città, dal quale potevano uscire, e con speciale permesso papale , solo di giorno, per gestire i loro affari: di notte venivano chiuse le porte di uscita ad opera di personale addetto, la cui prestazione doveva essere pagata dagli stessi ebrei. Dopo la caduta della Repubblica Romana, durata solo pochi mesi nel 1848, il ritorno di Pio IX il quale, esule a Gaeta ospite di Ferdinando II di Borbone, aveva chiamato per essere ristabilito sul suo trono temporale tutte le potenze europee, dalla Francia all’Austria, dalle Spagna all’Inghilterra, comportò restrizioni ancora maggiori e punitive: vietate tutte le uscite dal ghetto, che rimaneva chiuso anche di giorno, e perseguite tutte le attività commerciali gestite dagli ebrei nel resto della città. Ma quel Papa dispotico ed assolutista era convinto che il potere, del quale dovevano disporre soltanto i sovrani, discendesse da Dio; e lui, quale rappresentante di Dio in terra, era l’unico deputato a conferirlo o a ritirarlo! Fu lo stesso pontefice che istituì il dogma della “infallibilità del papa” , e non solo in materia strettamente religiosa! Un tuffo nel Medio Evo in pieno diciannovesimo secolo, ad onta dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese. Come pochi sapranno che, andando a fargli visita, anche i citati sovrani, oltre ai semplici fedeli, dovevano baciargli l’anello e … il piede destro! Inginocchiarsi è un gesto cristiano, di umiltà, di preghiera, di riconoscenza; facciamolo mettendo da parte, com’è giusto che sia, ogni orgoglio; facciamolo per condannare ed implorare che scompaia, una volta per tutte, questa malefica umana discriminazione: il razzismo. Perché siamo uomini e possediamo una intelligenza. Ma, diceva ancora il grande scienziato tedesco: “l’uomo ha inventato la bomba atomica, però nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi”!
Cioè nessun animale costruirebbe qualcosa per autodistruggersi.
Ancora convinti che possediamo veramente quell’intelligenza di cui sopra?
Claudio Gliottone