Egr direttore,
Sento questo bisogno perché sono rimasta francamente sorpresa dalle parole del sindaco contenute in questa sua “uscita” che mi è parsa molto infelice sia per i toni e la forma usata , sia per il contenuto e per i messaggi in essa individuabili. Mi sorprende infatti, e un po’ mi preoccupa, che si possa essere già’ così nervosi e spazientiti solo dopo poco più di un mese dalla vittoria elettorale (periodo che a quanto leggo, sarebbe stato ancora più breve se non fosse stato per tante provvidenziali camomille….!!!). E la sorpresa è ancora maggiore se si pensa che tali espressioni provengono da chi con consapevolezza ed entusiasmo ha condotto una vincente campagna elettorale , il cui premio, lo si sapeva, non era certo una crociera intorno al mondo , bensì solo un carico veramente difficile di problemi, vecchi e nuovi, da risolvere , unitamente alla necessità di dare risposte ad una comunità cittadina che da tempo si sente trascurata dalle pubbliche istituzioni. Tutto questo l’ing Di Benedetto certamente lo aveva previsto e messo in conto. Perciò oggi questo sfogo mi meraviglia non poco. Ma mi sorprende e mi rammarica anche il messaggio che dalle righe scritte dal Sindaco si può ricavare circa l’opportunità di coinvolgere, ascoltare, condividere che il primo cittadino sembra oggi voler escludere.
Caro Sindaco, è giustissimo che Lei vada per la sua strada , ed io mi auguro che Lei la percorra con velocità e con decisione, ma voglio sommessamente far notare che questa strada non è solo la sua o di chi la sostiene ( a meno di non voler dar ragione a chi ha affermato che a Teano vi sono solo 3046 persone civili mentre le altre sono tutte m…. ) , ma questa strada è di tutti i cittadini Teanesi , anche dei circa 6000 che hanno votato diversamente e dei numerosi altri che alle urne non sono proprio andati. Percorrendola Lei ne incontrerà tanti, con idee e sensibilità diverse e con tutti ha il dovere di parlare e confrontarsi senza pretendere l’unanimità dei consensi , cosa che in democrazia non è mai auspicabile. Il dissenso, la dialettica sono il sale della democrazia e purtroppo qui devo aggiungere che, a mio parere, questa tendenza al “chi non è con me è contro di me” si è potuta leggerla anche in altre dichiarazioni e atteggiamenti provenienti da esponenti dalla maggioranza ed anche da certe modalità di conduzione dei primi consigli comunali, come ho ritenuto di far notare, unitamente all’intera minoranza, nell’ultima sessione consiliare.
Perdere la pazienza è un diritto che ciascuno di noi ha, non lo si può negare nemmeno all’ing Di Benedetto, ma un Sindaco appena eletto ritengo non se lo possa consentire.
Quanto alla forma usata, ritengo che sia sempre meglio evitare espressioni, che sia pure solo metaforicamente, fanno riferimento ad armi ed alla violenza. Ma non tanto perché questo possa essere pericoloso, ma piuttosto perché lo ritengo poco dignitoso per la carica ricoperta. Ricordo che durante la guerra del Golfo (che ci coinvolse tutti facendoci tristemente riscoprire la ferocia della guerra) ai giornalisti sportivi fu espressamente proibito di utilizzare espressioni vagamente”belliche” che venivano spesso usate per descrivere le performance degli atleti. Si evitava così, per esempio, di parlare di bombe o di cannonate riferendosi ai tiri dei calciatori perché appariva offensivo per chi effettivamente viveva in quei giorni gli orrori della guerra sulla propria pelle .E’ insomma una questione di “opportunità”.
Ed oltretutto, per rimanere alla metafora usata, mi chiedo : ma se non bastasse la sciabola, passeremmo alle armi da fuoco? E poi? A quelle chimiche? O a qualche altro strumento, meno cruento ma ugualmente “forte” come l’esilio per gli oppositori?
No, ritengo proprio che non sia questa la strada da percorrere, che non siano questi gli strumenti, anche dialettici da utilizzare. La democrazia è partecipazione, dialogo acceso ma non gridato, condivisione, ma anche motivato dissenso.
Perciò, va bene lo sfogo, ma che resti tale e che sia foriero non di esclusioni , ma di aperture e di ascolto verso tutti. Noi cittadini ce lo aspettiamo e per certi versi lo pretendiamo dal nostro Sindaco ( che, ricordo, dal punto di vista delle decisioni non può temere ostacoli perché la legge gli attribuisce una maggioranza qualificata in Consiglio, la facoltà di nominare e revocare gli assessori, i poteri di capo dell’Amministrazione e di Ufficiale di Governo). Egli potrà e dovrà pretendere da tutti il rispetto e l’accettazione delle decisioni prese, ma non potrà aspettarsi pure l’entusiasmo da parte di chi quelle decisioni non le condivide o magari da chi le subisce sia pure legittimamente.
E’ opportuno perciò a mio avviso che tutti depongano le armi. E’ necessario buttare via sia le bacchette magiche lasciate intravedere in campagna elettorale (perchè nessuno può in pochi mesi risolvere problemi di anni), sia le armi bianche sfoderate oggi dal sindaco.
Nell’interesse della nostra città, armiamoci tutti solo di santa pazienza e di un intelligente ed umile buon senso.
Un cordiale saluto
Nella Lonardo