Caro Direttore,
ho molto apprezzato il tuo articolo sulla candidatura del Dr. De Simone al collegio senatoriale di Caserta per il PD.
Così come ho molto apprezzato la candidatura in oggetto; ma mi perdonerai se, condividendole, riprendo le tue argomentazioni per integrarle con qualche notizia storica e parlare, appunto, a nuora perché suocera intenda.
Con l’amico Tommaso De Simone ho condiviso, ovviamente da opposti schieramenti, una sessione comunale nella seconda metà degli anni ’80, quando il comune era retto da maggioranze
democristiane di tipo bulgaro nel rapporto di 24 a 6. Tommaso era tra i 24, io, naturalmente, tra i sei!
Eppure la simpatia caratteriale di Tommaso superava di gran lunga quella di molti altri e la cortesia sembrava essere il suo “habitus” naturale, anche quando due dei sei, ed io tra questi,
scoprirono e resero manifesta una “magagnetta” nella quale si trovò, sicuramente non volendo, intrigato, costringendo la maggioranza a ritirare una delibera di Consiglio, il cui oggetto preferisco tacere.
Cose che accadono, pur se di trascurabile entità ed importanza.
Ora spogliamoci un attimo da ogni pertinenza ideologica o di parte ed approfondiamo qualche riflessione sul canovaccio da te imbastito nell’ultimo articolo.
Teano è senza dubbio alcuno per vivibilità, nella sua accezione più ampia, l’ultimo dei paesi della provincia; il suo regresso strutturale e morale si protrae da decenni guidati tutti politicamente, salvo le due esperienze Zarone e Di Benedetto, da larghe maggioranze delle stesse persone che appartenevano al cosiddetto centro-sinistra, dalla DC, poi all’Ulivo, poi al PDS ed ora al PD.
Tale situazione trova origine ed alimento nella scarsissima rappresentatività operativa, e non voglio aggiungere altri aggettivi, di chi per tutti quegli anni non ha saputo o voluto produrre progresso, lasciando spazio a più capaci o motivati rappresentanti di paesi limitrofi di impossessarsi di tutto
quello che già era nostro o che avrebbe potuto esserlo.
Questa onda lunga di degrado, che riteniamo abbia toccato il fondo con la amministrazione 2018/22 prematuramente scomparsa, non pare volersi attenuare, anche perché quelli che le soffiano dietro alimentandola sono sempre gli stessi di quarant’anni fa. Forse, ci piace sperare, è ancora presto per valutare, ma non nutriamo molte speranze. Vedremo.
Quel ch’è invece cambiato è il sistema delle candidature alle elezioni politiche perché, come avevamo ben previsto all’epoca su questo giornale, la riduzione referendaria del numero dei
Deputati e dei Senatori ha conferito grandissimo potere e responsabilità ai Segretari di Partito i quali, se ideologicamente ispirati, non possono commettere errori nello scegliere per le candidature quanto di meglio posseggono. Data la restrizione del numero dei nostri rappresentanti, le mezze calzette votate ed elette non avrebbero più possibilità di solubilizzarsi nella massa; e quindi occorre scegliere veramente persone capaci e non semplici portatori di voti. Altrimenti si rischia la poltrona
di Segretario di Partito.
E ci pare più che evidente che la scelta di Tommaso De Simone soddisfi appieno queste prerogative, tenendo soprattutto presenti le “pressioni” che, come tu giustamente dici, saranno
pervenute da altri aspiranti di paesi limitrofi.
In parole povere si tratta di una scelta venuta dall’alto, e non imposta dalle solite “famiglie” locali; cosa che la dice lunga sulle apprezzate qualità di Tommaso e sulla futura libertà d’azione di cui potrebbe godere.
Prima grossa responsabilità per il Nostro, quindi, quella di difenderci da queste “aggressioni” esterne che, spalmate in una prospettiva politica più ampia, di tipo provinciale o regionale od europea, sono di solito mascherate nella loro essenza.
Seconda: molti di voi ricorderanno il buon Francesco Paolo Bonifacio, Senatore del nostro collegio per la Democrazia Cristiana passeggiare da solo, interessato e disteso, per le strade di Teano più di una volta, e lontano da tornate elettorali, nel giorno del mercato settimanale. E stiamo parlando di un Presidente della Corte Costituzionale e Ministro di Grazia e Giustizia in ben tre governi, nato e residente a Castellammare di Stabia.
Ma non credo che abbiano mai visto passeggiare per Teano, il sabato, altri pur noti politici, addirittura di caratura “europea”, anche se nati proprio qui, sotto il Campanile!
Per questa responsabilità garantisce, ne siamo certi, il carattere amichevole, aperto e sempre sorridente del buon Tommaso.
E lo stesso carattere potrebbe garantire anche un’altra cosa: la necessità, e dico “necessità” di adoperarsi in ogni modo e con ogni mezzo politicamente lecito per tirar fuori il nostro paese dalla “gora” nella quale in molti hanno consentito o, peggio, hanno voluto che affondasse. E tanti sono suoi amici di partito!
Ecco, Direttore.
Ho parlato a nuora perché suocera intendesse, e credo di averlo fatto con parole chiare, che gradirei suonassero come umilissimi consigli e non come condizioni per instaurare un possibile non
sgradito sostegno per il beneficio della nostra comunità, al quale teniamo ben oltre ogni pensabile interesse personale.
In bocca al lupo, Tommaso.
Ma il lupo, come è giusto che sia, continui a vivere; come tutti noi.
Claudio Gliottone