Caro Direttore,
è ormai da tempo che “osservo” in silenzio la lenta agonia della nostra amata cittadina, nel più rispettoso silenzio verso tutto e tutti. Ed allora per “tentare di stimolare” un discorso costruttivo, ritengo giusto che ciascuno prenda le proprie responsabilità. Non è segreto che, a suo tempo, abbia appoggiato e votato l’attuale amministrazione. Forse lo rifarei, o forse no. Non saprei. Di certo, posso rispondere ai tanti leoni da tastiera, e non me ne voglia nessuno, che nella cassetta di mele esposta in bella mostra sul banco al mercato, si scelgono sempre quelle che a noi sembrano più buone. Solo successivamente addentandole e/o sbucciandole, ci si accorge che dentro sono marce. Se da un lato avverto “la colpa”, se di colpa di può parlare, di aver scelto quelle particolari mele, e di questo non posso che farne tesoro, da un altro mi chiedo che fine abbiano fatto quelle altre che erano nello stesso banco. In quell’altra cassetta di fianco. In bella mostra anche loro. Cosa sarebbe successo se invece di scegliere quelle rosse, avessi scelto quelle mele bianche? Col passare del tempo, in quel mercato, qualcuno ha mischiato le mele rosse con le bianche. E non si è capito più nulla. O meglio, si è capito più che bene. Ma il popolo continuerà a comprare quelle mele. E lo farà ancora ed ancora. Ne sono più che certo. Ad onor del vero, devo ammettere che quelle ceste contenevano anche frutti buoni; ma una mela buona in una cesta di mele bacate, con il tempo rischia di fare la stessa fine …… Vedi Direttore, con qualche amico ci siamo più volte posti il quesito di quale potesse essere la causa del totale fallimento della politica sidicina. Problema atavico e cronico. Forse, scoprendo l’acqua calda, siamo giunti alla conclusione che si è puntato sempre e solo sui nomi e mai sui contenuti. Le “squadre”, vengono costruite sempre intorno a nomi, “più o meno forti”. Più precisamente a dei numeri. Dal punto di vista puramente matematico e pratico, partecipano quelli – e solo quelli – la cui sommatoria dei propri numeri, è più grande di quella degli altri .Sta cazz ‘e matematica (cit. I Ditelo Voi) ….. A 51 anni suonati, non ho mai visto nascere una compagine supportata da un’idea, da un programma. Da un progetto che potesse guardare a 5, 10, 15 anni. Da una pianificazione che considerasse unico il territorio sidicino (Teano centro + Frazioni). Che coinvolgesse la popolazione in modo attivo. Non è mai stato così ed ho il sentore, aimè, che non lo sarà mai. Quando guardo negli occhi delle mie figlie, dei loro amici, sento forte il disagio di non riuscire a dare loro un futuro migliore. Quell’amaro in bocca diventa quasi fiele, quando come tanti altri ragazzi, li vedrò costretti ad “andare via”, consapevole di aver acquistato quei biglietti di sola andata in quelle cabine elettorali. Quanti si presentano appena poco prima delle elezioni, sono sempre belli, forti, pieni di voglia di fare. Poi, “una volta saliti”, si scopre che non sono tutte rose e fiori. Che la colpa del dissesto è di quelli che c’erano prima e/o della lentezza della burocrazia. E se piove, quando piove, è colpa del Governo centrale. Ho il forte dubbio che “nel Palazzo” manchino gli specchi. Quel gruppo, “incollato con la colla di pesce” in fretta e furia, alla prima acqua comincia a scollarsi. I galli, all’alba, non hanno nemmeno il tempo di riuscire a cantare per tre volte. Senza scrupolo alcuno rinnegano quelli che fino ad un secondo prima decantavano ed ergevano ad eroi. I bianchi diventano neri ed i neri diventano bianchi. Qualcuno resta impigliato nelle maglie del grigiore. Sono gli ignavi. I peggiori. Praticamente non prendono iniziative proprie. Senza saperlo, diventano dei religiosi cultori ed osservanti del Primo Principio della Dinamica: Ciascun corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, salvo che sia costretto a mutare quello stato da forze applicate ad esso. Alcuni, non lo sanno perché sono in quel posto. In quello stato. Ma sono lì, ed a comando si muovono, parlano. Stanno zitti. Ed il popolo che fa? Continua a guardare quel film con più o meno interesse, passando magari da un canale all’altro facendosi ammaliare da quella pubblicità che più li aggrada e sfogando il proprio malcontento sui social network, piaga del ventunesimo secolo. Un tempo ci si confrontava facendo quattro passi per il Corso, oggi irrimediabilmente sempre più deserto. Uscendo per strada, ci rendiamo conto di non avere nulla. Di vivere in una parte dell’universo scollata dal resto. Ma la colpa è e sarà sempre degli altri. Mai la nostra! Un altro amico, nelle nostre discussioni in modalità più o meno carboneria, alle mie rimostranze talvolta anche troppo animate, mi rispondeva sempre con la sua flemma ed il suo ghigno quasi irritante: si, ma facciamoci qualche domanda! Ebbene, mi sono posto qualche quesito e, quando mi prende “lo sconforto”, tra le mura del mio Feudo (a tal proposito qualche amico mi suggerisce di aver creato una scuola di pensiero. Me ne compiaccio), provo ancora e comunque ad immaginare una Teano diversa. Ma è un attimo. Un déjà vu. Quell’anomalia della memoria che mi rimanda ad un’esperienza che in realtà è un fake, mi dà la forza di andare avanti e di continuare a sognare, nella consapevolezza che i sogni, quelli belli, sono ancora gratis e talvolta possono diventare pure realtà. Un giorno, uno dei miei soliti amici mi ha proposto, su una slide di un progetto su cui si lavorava, questa frase: Mi hanno sepolto, ma quello che non sapevano è che io sono un seme. Dal Feudo, quello unico e vero, è tutto.
Con immutato affetto
Luciano Passariello
Carissimo Luciano,
innanzitutto ben ritrovato, e lo dico con sincero piacere. Come è stato un piacere leggere questa Tua che, altro non è, che l’ennesimo grido di dolore che si leva da queste pagine ormai da tempo. Vere e proprie lacerazioni dell’animo nel vedere come è ridotta la nostra Città. Ne avevamo viste di tutte, ma l’indolenza di questa (A)amministrazione ha superato ogni limite e non ha avuto eguali nella storia locale. Nella Tua, infatti, ci ricordi che hai “ben 51 anni suonati”, pensa noi che ne abbiamo una decina e più oltre i tuoi….! Orbene Tu così esordisci: “Non è segreto che, a suo tempo, abbia appoggiato e votato l’attuale amministrazione. Forse lo rifarei, o forse no. Non saprei. Di certo, posso rispondere ai tanti leoni da tastiera, e non me ne voglia nessuno, che nella cassetta di mele esposta in bella mostra sul banco al mercato, si scelgono sempre quelle che a noi sembrano più buone. Solo successivamente addentandole e/o sbucciandole, ci si accorge che dentro sono marce ……. non ho mai visto nascere una compagine supportata da un’idea, da un programma”. Questa tua ammissione ti fa onore e lascia trasparire una tua “ingenua” speranza. Una “ingenua” speranza che si appalesa quando fai un richiamo ad “un’idea”, ad un programma”. Infatti, concorderai con me che “le idee camminano sulle gambe degli uomini”. O no? E, qui, posso venirti in aiuto invitandoti a leggere il mio ultimo (29.08.2021) titolato”De rustica progenie semper villana fuit – Quod non fecerunt barbari, fecerunt Sidicinum (Barberini)”. Ovvero, anche la rustica progenie è dotata di gambe! Ovvero, anche i barbari avevano delle gambe! Quindi, da queste mie opinabili considerazioni, mi sono abituato ad andare al “mercato” della politica analizzando bene il prodotto che vado a scegliere. Caratteristiche “merceologiche” del mio “prodotto”? Storia umana, culturale, politica e morale! Solo dopo avere vagliato attentamente queste caratteristiche “organolettiche”, forse potrò scegliere. Forse. Insomma, carissimo Luciano, ti è mai capitato di vedere “un eschimese che fa la siesta sui ghiacci?”. In conclusione, carissimo Luciano, ringraziandoti per questo Tuo preziosissimo contributo, un modesto consiglio da parte di chi ormai ha qualche capello più bianco di te: in futuro valuta più attentamente i tuoi “prodotti” sviscerandone la propria “storia umana, culturale, politica e morale”. Rifletti: “hai mai visto un eschimese che fa la siesta sui ghiacci?”.
Con affetto e cordialità.
Il Direttore