Basta! Con le grida, la confusione, il cattivo gusto di campagne elettorali di basso livello culturale. Il referendum è stato un pronunciamento del popolo: netto nei numeri e molto ricco di significato.
Il popolo ha bocciato in “toto” la proposta di cambiamento della Costituzione formulata e presentata dal Governo Renzi con forza e caparbietà; il popolo ha detto NO allo scempio di riforme offerte senza pensare a cosa sarebbe avvenuto dopo le modifiche costituzionali. Persino i giovani, “gli sbarbatelli” non sono caduti nel tranello posto in essere dal Governo. I giovani si sono presentati alle urne molto numerosi, compatti, e non per protesta, come desiderano far credere, ma semplicemente per dire no alla “dittatura” renziana.
Ma per il Governo renziano oltre alla riforma costituzionale non c’era null’altro da fare? Da legiferare per il bene del popolo? Siamo una nazione dove il popolo sta bene? Il problema immigrazione gestito con organizzazione ed efficienza?
La verità è che abbiamo l’inesistente ripresa economica e politica, banche in crisi, debito nazionale vertiginoso, irrisolutezze rispetto al sistema europeo, emergenze continue sul fronte del dissesto territoriale nazionale, assenza di capacità decisionale nell’affrontare eventi atmosferici avversi (la colpa è sempre del Sindaco perché doveva andare a spalare la neve con la paletta della spiaggia). Cittadini che continuano a vivere dentro o molto vicino alla soglia della povertà; cifre altissime di giovani senza lavoro, di giovani che, per le tante incertezze indotte dall’imbroglio del mondo di oggi, non si sentono di sposarsi e di mettere al mondo figli. Ma il problema più grande è di una sfiducia crescente nei riguardi delle forze di governo che, pur mutando negli anni, non riescono a compiere quei passi di risanamento che pur sono riusciti a fare Paesi che erano più deboli del nostro.
Cosa facciamo? Continuiamo ad esternare, chi sommessamente il rammarico, chi con rabbia. Tutti ormai lo fanno.
Qual’è la risposta degli Organi Istituzionali? Una risposta punitiva per “lesa maestà” verso il potere costituito e si vendica su chi non si assoggetta passivamente.
Non dobbiamo arrenderci. E’ giusto e sacrosanto da parte nostra contribuire al bene comune della nostra società, a tutti i livelli, con due precisi contributi: rimanere fedeli a quello che crediamo, essere fedeli come persone e come cittadini finché potremo aver energie e voce, credere ed operare per aiutare le coscienze di più persone ad essere forti, liberi e politicamente adulti.
Un secondo contributo è essere fedeli alla nostra storia, senza esclusioni preconcette, a prescindere dal colore politico che le caratterizza.
Mario Biscotti