Il detto “non c’è limite al peggio” rappresenta benissimo il momento politico in cui è caduta, o meglio per essere realisti, in cui si è voluto fare cadere, la nostra città. Tralasciando le inadempienze e responsabilità amministrative che i nostri rappresentanti via, via vanno accumulando nei confronti, non solo di quell’elettorato di cui hanno goduto il favore, ma di tutta la nostra cittadina, si ha l’impressione che non ci si sia resi conto della gravità della situazione. Teano è alla deriva e lo è perché il progetto politico/amministrativo messo in piedi due anni e mezzo fa acqua da tutte le parti: uomini e progetti senza distinzione di sorta. Questa sera, recatomi ad assistere al consiglio comunale ho, mio malgrado, direi con un profondo senso di sbigottimento, dovuto prendere atto dell’ennesima pantomima palesatasi nell’amministrazione D’Andrea – e similia. Quella che era la squadra messa in piedi e che aveva illuso il popolo sidicino con slogan e promesse di futuro radioso, di fatto, non esiste più. Nel corso della riunione del Civico Consesso, infatti,si sono costituiti due ulteriori – gli ennesimi – gruppi consiliari che sono andati ad erodere in maniera robusta quello che era il gruppo originario “Impegno per il futuro”. Ma a proposito, chiediamocelo: quale è stato fino ad ora “questo impegno per il futuro”? Beh, con il senno di poi, nessuno può dire di avere visto nulla, men che meno l’impegno promesso. I più ottimisti, magari, chiedono ancora pazienza perché questo “impegno”, con buona pace delle molteplici problematiche che attanagliano la nostra realtà, verrà impiegato poi, forse in futuro quando non ce ne sarà più bisogno o, piuttosto, secondo altri meno ottimisti, è già stato impiegato per fare qualcosa di più utile, non certo per la nostra città. La presenza di tutte queste correnti, non si comprende ancora se in seno alla maggioranza o contro, ammesso che questo rappresenti un atto di liberalità e di democrazia, indica non solo l’assenza di coesione interpersonale, ma testimonia la frantumazione del progetto originario. Non vi è chi non veda, la nostra amministrazione annovera ormai quasi più gruppi consiliari che non consiglieri. Gli ideali che muovevano il gruppo, insomma, hanno virato in altra direzione, ma non si sa quale. Un amico, facendo capolino nella stanza del popolo, mi ha mormorato: guarda che Jungla! E si, come dargli torto. Per un attimo, infatti, guardando anche io la stanza del consiglio mi è tornata alla memoria La Caccia di Kaa del “Libro della Giungla” di Kipling. Le movenze e l’atteggiamento di quegli attori in quella stanza (quasi la totalità) mi hanno riportato alla memoria il “popolo senza leggi”, ovvero il popolo delle scimmie (Bandar Log) che si caratterizzava per essere incapace di rispettare le stesse regole che si erano date. Dire oggi che questo consiglio comunale rappresenta la volontà popolare è inopportuno e falso. Oggi la maggioranza, non me ne vorrà nessuno, si regge in piedi e non so se sia un bene, unicamente grazie alla stampella fornita dalla minoranza consiliare. E questa cosa, per me che crede ancora nella politica intesa come servizio per il prossimo, apre un universo che spinge a domandarmi ripetutamente: cosa può così frettolosamente spingere una persona a cambiare la casacca indossata in precedenza e sostituire con slogan diversi, quelli urlati a squarciagola durante una intera campagna elettorale? Come si può accettare, per contro, remissivi e supini, l’ingresso di competitor politici opposti nella propria squadra? Beh un po’ di amor proprio e che diamine! Stucchevole la scusa pronunciata in punta di lingua ed ormai inflazionata: lo faccio per il bene del paese! Beh, trovatemi qualcuno che ha motivato in maniera diversa una scelta o che abbia detto: lo faccio per vedere i fatti miei. I conti non tornato amici miei o tornano troppo? Forse la seconda. Forse la soluzione all’enigma è dietro l’angolo ed è più semplice di quanto non voglia apparire. Ma si ammettiamolo: le due squadre organizzate per governare Teano sono state sbagliate, perché predisposte per vincere la competizione elettorale ma inadatte, sotto aspetti diversi, a governare. Altro non può essere. Ricordiamocelo per evitare che in futuro si continui a fare quanto fatto nell’ultima campagna elettorale: dire bugie. E mentre all’orizzonte si addensano altre nuvole, mi piace pensare che la coerenza, quella vera, prima o poi paga.
Fatti non foste per viver come bruti ma per seguire virtute e conoscenza! È l’augurio per tutti. A buon intenditor…
Carlo Cosma Barra