Qualche giorno fa Antonio Bassolino è stato definitivamente assolto da ben 19 capi di imputazione relativi a presunti illeciti da lui perpetrati durante i due mandati di Presidente della Regione Campania (2000/2010). I primi ad esprimergli solidarietà e soddisfazione sono stati Matteo Renzi e la nostra concittadina Pina Picierno, e la cosa non guasterebbe, se si potesse misurare la sincerità come con l’ormai famoso termo scanner che tanto ci terrorizza all’entrata di ogni locale pubblico. Ma, ahimè, un sincero-scanner non è stato ancora inventato, e di sicuro mai lo sarà, e per infiniti ed umanissimi motivi.
La On. Picierno eletta deputato al Parlamento Italiano nel 2013, e l’anno dopo, 2014, eletta al Parlamento Europeo, mandato riconfermato nel 2019, non mi pare che abbia avuto le stesse parole di solidarietà per Bassolino quando questi ha ricevuto i relativi avvisi di garanzia; il quale fu invece oggetto di spietata lotta politica, allargata all’ex (proprio ex?) santone democristiano Ciriaco De Mita, che gli costò la prevista candidatura al Parlamento italiano per quell’anno, e poi a quello Europeo nel 2014. Ne prese il posto invece proprio la Picierno che fu candidata capolista al Parlamento nel 2013 e poi all’Europarlamento, nel 2014 e naturalmente eletta trattandosi di collegi “blindati”. Eppure Bassolino aveva brillato con la sua azione amministrativa sia come Sindaco di Napoli, rinata per unanime riconoscimento, dal 1993 al 2000, che come Governatore della Campania dal 2000 al 2010.
Per maggiore chiarezza riporto testualmente un brano tratto dal blog “mattone selvaggio” pubblicato il 3 marzo del 2008, ricordando che all’epoca Bassolino era ancora Presidente Regionale e segretario nazionale del PD era Walter Veltroni:
“Eloquenti vicende di presunto rinnovamento all’interno del Partito Democratico della Campania in questi ultimi giorni, davanti alle vicende di quelli che sono ormai divenuti due veri e propri simboli in negativo della politica locale, Ciriaco De Mita ed Antonio Bassolino. Walter Veltroni prima esclude dalle liste per le politiche Ciriaco De Mita , facendo di ciò davanti alle telecamere un simbolo del suo rinnovamento, ma poi, davanti alla dichiarata uscita dal partito del potente boss, ne candida quale capolista in Campania la giovane pupilla Pina Picierno, con l’intento sì di dare un’immagine di rinnovamento, ma anche di non perdere i preziosi voti del vecchio zio Ciriaco. Nel fare ciò, il buon Walter dimentica e vuole far dimenticare che si tratta di quella stessa Pina Picierno contro la quale si erano scagliati, nel marzo del 2005, i giovani della Magherita, quando se la erano vista imporre quale presidente della loro assemblea a seguito dei soliti giochi politici di lunga tradizione.”
Evidentemente “Parigi valeva bene una messa” , rappresentata, quest’ultima, dal nutrito pacchetto di voti di zio Ciriaco. Più diplomatico il comportamento di Veltroni verso Bassolino ed il suo dichiarato intento di “portare avanti le scelte sulle risorse europee”, e non trova di meglio che affidarsi alla sua “coscienza individuale”. Ma lo punirà precludendogli la candidatura, da parte dell’allora segretario Bersani, sia alle politiche del 2013 che alle europee del 2014, dominate dalla ingombrante presenza della Picierno. Il 15 ottobre del 2013 inizierà, per il PD, l’epoca Renzi.
Mi perdonerete se continuo con una apparente sterile elencazione di date, ma nel 2001, quando su nostro invito, Bassolino venne ad inaugurare il Museo di Teano, il Sindaco Zarone ed io, che ero Assessore al Turismo, gli chiedemmo quali fossero le prospettive del nostro Ospedale, che già si prefiguravano negative, la risposta fu categorica: “State tranquilli, l’Ospedale di Teano non chiuderà mai” ed appariva convinto della funzionalità strategica ed organizzativa del nostro nosocomio. Ed ancora nel 2013, prima della legge 161 del 2014, in Campania erano previste le chiusure di sole 6 strutture, tra le quali assolutamente non figurava Teano.
Ora, se confrontate bene le date, noterete che dal 2008 Bassolino fu osteggiato dal suo stesso partito, con a pretesto i succitati sospetti dai quali è stato completamente assolto, con la solita velocità e premura delle magistratura italiana, ed esautorato da ogni potere e candidatura.
Allora, se due più due fa quattro, ed indiscutibilmente lo fa, non vi viene il sospetto legittimo che se Bassolino avesse avuto ancora voce in capitolo nel suo partito, che allora, grazie a Veltroni, Franceschini ed i loro accoliti, ascoltava invece neofiti senza passato, le cose sarebbero potute andare diversamente per il nostro Ospedale? Sono ipotesi, è vero, come sono ipotesi quelle che avrebbero potuto vederlo veramente colpevole dei reati attribuitigli; ma non è che si cercava spazio politico per altri a scapito di dimostrate capacità e competenze che il nostro aveva pur abbondantemente dimostrato di possedere come Sindaco di Napoli e Governatore della Campania? E guarda caso quest’altri era di Teano, paese particolarmente legato al suo Ospedale. E due più due continua a fare quattro.
Non è detto che le cose sarebbero andate diversamente, ma ci sarebbe potuta essere una competente difesa di una struttura che vantava la presenza di tutti i reparti, e che era stata appena riattata con la spesa di milioni di euro; una struttura nata nel 1600 e portata avanti con dedizione e lealtà da migliaia di medici, infermieri e portantini (come allora si chiamavano), di suore degli Angeli, di Amministratori locali onesti e responsabili. Poi la sanità divenne campo della politica, e qualcuno un giorno dovrà pur dirci quanto ha risparmiato la sanità italiana con quella chiusura; ma lo faccia mettendo sul piatto della bilancia le decine di demagogici mutamenti di indirizzo e le attuali vergognose condizioni di detta sanità. E proprio oggi giunge la notizia dello stanziamento, da parte della Regione e del buon De Luca, di 65 milioni di euro per un nuovo ospedale da costruire a Sessa Aurunca. Non ci resta, per consolarci, che cantare in coro “battiam, battiam le mani all’uomo (o alla donna o alla famiglia, scegliete voi) di valor…”!
Chi scrive è sempre stato ingenuamente convinto che la Politica, quella vera, quella che Clemenceau, grande statista francese d’inizio novecento pretendeva che venisse “d’abòrd” (innanzitutto) in ogni decisione pubblica, debba nascere da un profondo studio e conoscenza della storia e debba manifestarsi nella scelta e nel perseguimento di iniziative più che valide per ogni ed onnicomprensivo miglioramento sociale; non che debba servire a diventare qualcuno, a farsi strada personale o familiare che sia, ed a combattere chiunque ci può dare ostacolo su questa strada non contestandogli le capacità ed i risultati, ma semplicemente ricorrendo a quei mezzucci che la vita democratica offre a iosa a chi ne sa approfittare. Ed inorridisce quando i politici vengono giudicati non per quanto realmente fatto, ma per la loro appartenenza a partiti o schieramenti o, peggio ancora, vengono boicottati nel loro fare dalla presunzione di saper far meglio, o dall’ambizione sciocca di prenderne il posto.
Giulio Cesare è stato, assieme ad Augusto, il più grande statista che sia mai esistito, uomo d’armi e di legge, politico e scrittore, amante del suo popolo; il suo nome è rimasto per anni sinonimo di “uomo di stato”, e “cesari” si sono chiamati tutti i principi dell’Europa, fino agli Zar di Russia, finiti con la rivoluzione bolscevica, titolo che derivava, appunto da Cesare (Csar); ma Cesare fu accusato di voler diventare un dittatore e di voler sopprimere il senato romano e fu trucidato, tra gli altri, da Cassio e da Bruto. Ma Bruto, si sa, era un “uomo d’onore”, come dirà, secoli più tardi, William Shakespeare. Ma era proprio lui il primo a non crederci!
Semper absit iniuria verbis!
Claudio Gliottone