L’adrenalina per la salita sul palco di Lino D’Angiò cresce sempre di più e nel trepidante clima dell’attesa ne approfittiamo per farci concedere una mini intervista al comico e attore napoletano accolto al suo arrivo, nella sede del Campanile. Tra una risata che tira l’altra ci avventuriamo in quella che si trasforma in una divertente chiacchierata.
-Lino D’Angiò stasera a Teano. Ci può dare qualche anticipazione delle gag che porterà in scena questa sera?
“Passando dai monologhi a cabaret, prenderò spunto da un po’ di cose che ho fatto in questi anni, imitazioni di personaggi inclusi.”
A questo punto l’attenzione D’Angiò chiede incuriosito: “Ma la risposta la scrivi? No, perché la domanda è fatta bene, sono io che rischio di fare brutta figura”. Gli diciamo di non preoccuparsi, anche se tutto ciò che dirà verrà registrato. Allora il comico con meraviglia afferma: “Tutto registrato quello che sto dicendo? Questo potrebbe essere usato contro di me”. E da qui tentiamo di riprendere le fila del discorso.
-L’imitazione della gestualità e del linguaggio di personaggi famosi in modo ironico e dissacrante è allo stesso tempo per lei arte e mestiere. Pensa che questa rappresentazione della realtà possa “umanizzare” dei personaggi che possono apparire a noi irraggiungibili?
“Non lo so. Il mio scopo è di “sfruculiarli” e sfotterli. Può capitare che al pubblico il personaggio vero stia antipatico e la mia imitazione li possa rendere simpatici, rendendoli, a volte, anche più semplici. Così faccio una cortesia anche ai personaggi.”
-Di recente ha portato nelle piazze e nei teatri della Campania l’esilarante spettacolo “Da grande voglio fare il Sindaco”, parodia dei primi cittadini partenopei da Bassolino a De Magistris. Per Lei quali sono le virtù che un Sindaco deve incarnare?
“Nello spettacolo scelgo per gioco di candidarmi a Sindaco. Secondo me la virtù dovrebbe essere quella di conoscere bene i napoletani per il Sindaco di Napoli e in generale, per ogni primo cittadino, di conoscere i suoi cittadini, cosa fondamentale per capire i difetti e i problemi.”
A chiudere l’incontro le foto ricordo scattate dal fotografo d’eccezione Valter Giarrusso, Presidente dell’associazione “Il Campanile”, che ha voluto così immortalare l’attimo, supportato dall’inviata de “Il Messaggio”, Maria Flora Grossi.
Un piccolo, ma unico, evento nell’evento che D’Angiò si preparava a lanciare il gran finale della lunga, ma instancabile “La Notte delle Muse”.
Rosella Verdolotti