Il mio paese era un mondo che aveva un’identità. Un’esistenza semplice.
Nell’arco di quarant’anni è cresciuto notevolmente sia a livello infrastrutturale sia come tenore di vita.
I soliti maitres à penser disapprovano la nostalgia. Ignorano, però, che il tempo scorre ininterrotto e che il futuro deve essere edificato su solide basi. E queste basi sono il nostro passato.
I denigratori della nostalgia sono predicatori di morte. Vogliono distruggere la nostra storia, le nostre tradizioni, i nostri valori. Vogliono, quindi, la nostra estinzione.
Ma noi non siamo nostalgici. Siamo solo consapevoli che il mondo non si può fermare e che non ci si può rintanare in una torre d’avorio, mentre tutt’intorno fluisce la vita.
E vogliamo essere protagonisti del cambiamento. Governarlo, non esserne succubi. E specialmente esigiamo che non si pretenda che il cambiamento avvenga sulla nostra pelle. E vogliamo scegliere. Per esempio, essere liberi di rifiutare il cambiamento illusorio, quell’assurda frenesia che domina i nostri tempi e che non porta da nessuna parte. Essa produce l’oblio, l’assenza di pensiero e di coscienza. E’ l’oppio del contemporaneo. Eppure, la nostra è un’epoca sentimentale, quasi femminea. Ed in un mondo dominato da una spregiudicatezza e da un relativismo tipicamente femminili, tutto diventa possibile.
Oggi l’uomo è alla continua ricerca di nuove forme espressive in grado di rappresentare la sua volubilità sentimentale ed il terrore del vuoto, generato dall’aver ucciso Dio ed abbattuto i pregiudizi. Ma i nuovi pregiudizi sorgono in questo mondo controllato e confuso, non sorretti da alcuna autorevolezza morale o tradizionale. Essi sono imposti con una violenza ipocrita, ignota ad epoche precedenti, che si autolegittima e si traduce, in realtà, in un nuovo perbenismo. I trasgressori sono condannati all’esclusione, al silenzio, al ghetto.
Il travaglio dell’uomo contemporaneo è, tuttavia, un segno di residua vitalità. Egli percepisce se stesso e la propria realtà, in quanto sofferente, angosciato, fremente.
Il tempo, in sintesi, è l’essenza della vita! Bisogna fare tesoro di ogni istante.
Mario Biscotti