Arte come vocazione di vita. Possiamo usare questo come slogan per indicare la versatile e brillante personalità di Paolo Feroce, Direttore Artistico del Museo Magma di Roccamonfina e da poco anche in merito all’evento Meet-ology previsto dal 26 ottobre al 3 novembre a Teano.
Ci incuriosisce questo personaggio che coltiva a distanza un amore viscerale per la propria città e cerchiamo di capirne di più.
Cos’è per Lei l’arte e qual è il rapporto instauratosi con essa.
“Nell’arte ci sono nato e cresciuto, grazie a mio padre ed alle sue frequentazioni lavorative. Il mio, quindi, non è stato semplicemente un rapporto, ma una condizione naturale, quasi biologica. Il mio approccio professionale con l’arte, invece, è un po’ particolare. Ho preferito uscire immediatamente dai soliti schemi delle mostre provinciali, pianificando la mia prima esposizione a Lugano, nel Palazzo dei Congressi, e puntando moltissimo sulla comunicazione e il coinvolgimento emotivo”.
Lei è il figlio del grande artista sidicino Rino Feroce, autore, tra le numerose opere realizzate, della maestosa scultura che rievoca lo Storico Incontro in Piazza Unità d’Italia. Ci dica qual è l’eredità che le ha lasciato suo padre e come la intende utilizzare anche in vista dell’evento che sta organizzando per il prossimo 26 ottobre.
“La vera eredità lasciatami da papà è la dignità personale, a qualsiasi costo, ed il rispetto verso il prossimo. Come esempio ricordo ancora quando mi ammoniva perché, da ragazzotto irrequieto quale ero, correvo e impennavo con le moto. Il suo ammonimento però non era dovuto solo ad una naturale preoccupazione genitoriale ma, soprattutto, al fatto che lui trovava tutto ciò offensivo nei confronti di chi non aveva avuto la fortuna di possedere una moto comprata dalla famiglia. Riguardo al Monumento tanto contestato, spero che la nuova amministrazione sia pronta a rivederne alcune cose, sempre su consiglio degli eredi e nel pieno rispetto della volontà dei teanesi. Io e mia madre ci commuoviamo ancora pensando all’affetto e al consenso popolare che i miei concittadini dimostrarono nei confronti dell’opera di papà, quando l’amministrazione di allora creò un quasi referendum per spostare il monumento in altre aree. Referendum, per non definirlo in altro modo, vinto con una larghissima maggioranza per far restare l’opera in quel sito”.
Possiamo certamente affermare che, già a leggere il nome, l’evento Meet-ology giocherà sul significato della parola “incontro”, inteso sia come quello avvenuto tra Garibaldi e Vittorio Emanuele, così come quello tra mondo antico e moderno e, infine, tra artisti che si cimentano in pittura, scultura, fotografia, tecniche digitali, video arte e installazione design. Ci può presentare più nello specifico tutto ciò come verrà valorizzato e come riuscirà ad essere integrato insieme?
Noto con piacere che Lei è una delle poche persone di Teano che ha subito compreso “il gioco” nel titolo della mostra. Comunque sarà un’esposizione che servirà a riportare un po’ d’arte contemporanea a Teano, con grossi nomi e nuove proposte che, spero, siano esempio e offrano un spunto di riflessione per gli artisti locali. Certo è che lo spazio espositivo è davvero esiguo per poter presentare opere d’arte diversificate, ma, come sempre mi è successo a Teano, di necessità virtù. Per amore, in fondo, siamo tutti pronti a tutto!
Lei può essere considerato l’ambasciatore e il promotore delle qualità sidicine al di fuori del contesto territoriale cittadino. Cosa vuol dire per Lei essere sidicino al di fuori di Teano e cosa si sente di consigliare a proposito ai suoi concittadini?
“Non mi sento assolutamente un ambasciatore. Il termine lo trovo esagerato, quasi ridicolo per definire la mia persona ed il mio operato. Mi definirei un sidicino “sveglio e poco stanziale” che ama Teano malgrado ciò che ho subito silenziosamente da alcuni politici e dai loro spocchiosi adepti quando fondai il MAUI. Museo che, all’epoca, fu il primo in Provincia di Caserta nel settore artistico e dal quale fui “sapientemente” costretto ad andar via ( e di tutto ciò ho un’ampia documentazione ed anche molte testimonianze fotografiche). Gli unici consigli che sento di dare ai miei concittadini impegnati in attività culturali è di esagerare positivamente, in non impaludarsi in eventi banali e poco caratterizzanti la nostra storia, come ancora succede, e di non essere generalisti: ad ognuno la propria professionalità. Meglio non avventurarsi in campi che non ci appartengono in modo superficiale se non si è pronti, preparati e non si ha un progetto serio e lungimirante”.
Uno sguardo al domani. Cosa ci riserverà in futuro sia a Teano che a Roccamonfina e quale futuro prospetta per l’arte in generale?
“Troppo difficile per me rispondere riguardo al futuro cittadino. Avrò, forse, buon intuito nel mio settore, ma non sono indovino politicamente. Relativamente all’arte, invece, credo che dovremo perdere presto il concetto che abbiamo. Prossimamente, ma già oggi, in alcuni casi ci si orienterà verso nuovi scenari. Andremo oltre “il quadro” da appendere alla parete e verso una commistione tra arte, tecnologia, ambiente e design. Progetti ai quali molti artisti che seguo già stanno lavorando per presentarli negli eventi che dirigerò nell’EXPO 2015 di Milano, nelle dimore storiche e nobiliari, come nella stupenda Villa Rescari-Villoresi”.
Sarà interessante seguirlo nei prossimi appuntamenti, non mancheremo, stimolati anche dalla prospettiva di una sua possibile iniziativa a Teano.
Rosella Verdolotti