Una lettera ufficiale (di cui pubblichiamo integralmente, a seguire, il testo perché ognuno si faccia la propria opinione), con tanto di stemma del Comune di Teano, il protocollo ed il timbro che ne attesta la ufficialità ed in fondo la firma del Segretario Generale del Comune di Teano, l’avvocato Anna Maciariello. La comunicazione è indirizzata al Sindaco, agli Assessori, a tutti i consiglieri comunali, al Presidente del Consiglio (dimissionario), al nucleo di valutazione.
Ma cosa ha mai potuto provocare una decisione così clamorosa? Una normalissima disposizione organizzativa interna emessa dalla Segretaria e che riguardava il funzionamento dell’ufficio protocollo. Sembra che il problema sia sorto perché la posta in arrivo, indirizzata a tutti gli uffici e funzioni dell’Ente, viene consegnata prima presso l’ufficio del Sindaco dove viene consultata dallo stesso sindaco e dagli assessori e poi, con le annotazioni del caso, viene consegnata all’ufficio protocollo. Attenti perché è questo il problema. I tre impiegati dell’ufficio protocollo, richiesto loro di ritirare la posta dall’ufficio del sindaco, dopo le ore 13,00, hanno obiettato che questa operazione non rientrerebbe nelle loro mansioni che sono di livello superiore e dunque una simile costrizione andrebbe a ledere la loro dignità e professionalità.
Di fronte alla legittima insistenza della Segretaria Comunale, la reazione dei tre impiegati è stata quella di assentarsi dal lavoro, le due donne per malattia e l’uomo messosi in ferie senza l’autorizzazione del diretto superiore e dunque assente ingiustificato. Questa situazione ha creato un grave intralcio alla normale attività amministrativa dell’Ente a cui si è cercato di rimediare con il trasferimento temporaneo di altre risorse impiegatizie ma è indubbio che una tale situazione di precarietà e di confusione, che si protrae tra l’altro da almeno il 25 giugno scorso, non trova alcuna giustificazione come non si rintraccia, nella ricostruzione dei fatti, alcun provvedimento, seppure previsto dalle norme disciplinari interne, utile ad individuare le singole responsabilità.
La dipendente L.Z. ha fatto protocollare e circolare una istanza di revoca del provvedimento che le impone di andare a ritirare la posta nell’ufficio del Sindaco perché, conclude la lettera, “l’impostazione del dispositivo, le insistenti richieste fatte anche a Suo nome (la Segretaria) dall’ufficio segreteria e la conferma verbale a queste osservazioni fatte personalmente da Lei, offendono profondamente la dignità della sottoscritta come dipendente di questo comune, inquadrata nel profilo di esecutore amministrativo…”
Sull’argomento, premesso che ci stupisce l’assordante silenzio degli amministratori che assistono quasi impotenti se non complici a fatti clamorosamente sconcertanti, ci incuriosisce sapere per quale motivo la corrispondenza indirizzata all’Ente, tutta, deve prima passare dalla scrivania del Sindaco, consultata da chiunque abbia accesso in quella stanza e poi essere consegnata al protocollo. Ma il protocollo non deve garantire che tutto quello che arriva abbia un numero ed un sicuro destinatario? Perché questa operazione non viene fatta prima di arrivare sulla scrivania del sindaco? Era solo una riflessione.
La lettera della dottoressa Maciariello denuncia una situazione di grave confusione che regna sulla casa comunale che, francamente non ci sorprende, in quanto riporta conferme di comportamenti già conosciuti ed ai quali la parte politica e di controllo non ha mai mostrato un reale interesse o convenienza ad intervenire per ripristinare un minimo di normalità. E’ appena il caso di citare la situazione di stallo nel settore dell’edilizia, il blocco del concorso per agenti del traffico, le vicende non ancora chiarite relative alla vendita dei loculi cimiteriali, le polemiche sulla riqualificazione di Largo Croci, il blocco della gara per la costruzione del canile municipale, una programmazione di eventi estivi che ha prodotto solo reazioni negative, l’incapacità di curare un minimo di comunicazione con i cittadini, la forza di affrontare un consiglio comunale per rispondere alle legittime osservazioni e richieste della minoranza.
Non ci può essere una buona politica se non è garantita una buona amministrazione.
A.G.